lunedì 15 dicembre 2025

Sezzadio 2026 nel cuore del calendario degli esami

Dopo l’entusiasmo per la prima data segnata in rosso sul calendario della nostra redazione, qualcosa ci fa riflettere.

Le finali nazionali di Sezzadio, in programma dal 26 al 28 giugno 2026, cadono esattamente nel cuore del periodo della maturità e degli esami di terza media. E la domanda, a questo punto, sorge spontanea: quanti atleti saranno costretti a rinunciare?

Parliamo di ragazzi e ragazze che per tutta la stagione suderanno, viaggeranno, faranno sacrifici, incastrando allenamenti, gare e studio. Atleti che spesso sono anche studenti modello, o comunque molto impegnati, che arrivano a giugno già sotto pressione per prove scritte, orali, ripassi e commissioni. Proprio loro, nel momento più importante dell’anno sportivo, si trovano davanti a una scelta che scelta non è: scuola o finale nazionale.

La maturità non è una verifica qualsiasi. È un passaggio simbolico, emotivo e organizzativo. Date rigide, convocazioni ufficiali, margini di manovra quasi nulli. E qui non si può giocare la carta jolly dello studente-atleta.

Lo stesso vale per l’esame di terza media, che per un tredicenne è spesso la prima vera “prova grande” della vita. Senza dimenticare poi gli esami degli universitari impegnati negli appelli estivi, che per molti atleti rappresentano un ulteriore ostacolo a partecipare. Davvero pensiamo che sia realistico chiedere a un atleta di presentarsi a una finale nazionale con la testa libera, mentre magari il lunedì successivo ha un orale decisivo o un appello universitario?

Il risultato è prevedibile: assenze, rinunce, squadre incomplete, talenti che non potranno esserci non per scelta sportiva, o infortunio, ma per necessità. E questo, inevitabilmente, svilisce la competizione. Perché una finale nazionale dovrebbe rappresentare il massimo livello possibile, con tutti i migliori in campo. Se mancano in tanti, se mancano proprio i giovani più promettenti, qualcosa non funziona.

Viene allora da chiedersi: era davvero impossibile individuare una data diversa? Giugno, lo sappiamo tutti, è un mese complicatissimo. Esistono finestre più sensate: inizio giugno, quando le scuole sono ancora aperte ma gli esami non sono iniziati, oppure luglio, quando – maturità e appelli universitari permettendo – il grosso è passato. Certo, ogni scelta ha le sue difficoltà organizzative. Ma qui il punto non è la comodità di chi organizza: è la centralità degli atleti.

Lo sport giovanile, a parole, mette sempre al primo posto formazione, crescita ed equilibrio tra scuola e attività agonistica. Poi però, nei fatti, si piazza un evento nazionale proprio nel momento in cui questo equilibrio è più fragile. 

Non si tratta di fare polemica fine a sé stessa. Si tratta di aprire una riflessione seria: ascoltare società, famiglie, allenatori, chiedersi quanti iscritti si perderanno per strada e se una finale con molte defezioni sia davvero un successo.

Sicuramente la scelta delle date è stata fatta in buona fede. Forse si poteva fare meglio. Ma una cosa è certa: ignorare il calendario scolastico e universitario, in Italia, significa tagliare fuori una fetta enorme di giovani atleti. E a pagarne il prezzo, alla fine, non sono solo loro. È tutto il movimento.

Scusate la mia riflessione da umile cronista.



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